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"Lo scrittoio e il proscenio. Scritti letterari e teatrali" raccoglie un'argomentata e ampia antologia di interventi a firma di Piero Gobetti, grande intellettuale e pensatore politico, prematuramente scomparso per mano del regime fascista. Attraverso le tre riviste dirette e fondate nell'arco di sette anni - dal novembre 1918 al febbraio 1926 -, Gobetti interviene sui nodi cruciali dell'attività letteraria e editoriale italiana: il vocianesimo, il futurismo, la "scoperta" dei narratori russi e degli scandinavi. Succeduto come critico teatrale ad Antonio Gramsci sul torinese «Ordine Nuovo», riflette poi sulla tirannia dei primattori come il positivista Ermete Zacconi, su Pirandello e i grotteschi, offrendo inoltre una precoce valutazione del teatro francese di ricerca, da Paul Fort a Lugné-Poe e Antoine.